“Clandestine. Il romanzo delle donne”

Per la prima volta in forma di romanzo l’epopea delle donne che hanno rimesso al mondo se stesse con una nuova libertà.

«Femminismo. La parola trema già instabile. Ce la stiamo cucendo addosso, tra le trame dei nostri maglioncini colorati. Sulla tasca posteriore della minigonna. Dovremo riuscire a far sì che non finisca stampata su un pullover alla moda.»

“Siamo le figlie di chi ha combattuto la guerra lontano dal fronte. Di chi ha sperato in un riconoscimento mai arrivato e poi, quando tutto è finito, ha dovuto contare i morti. Figlie di chi ha pagato care le proprie scelte in un’Italia liberata ma sempre più bigotta che costringe a essere vergini o madri. Ora tocca a noi.” Questi pensieri nascono con prepotenza nell’animo della protagonista, studentessa in un liceo del centro di Milano, alla fine di una giornata che la segna per sempre: ha abortito. Ha compiuto la sua scelta grazie a chi le ha garantito assistenza medica ma lo ha fatto da clandestina: siamo alla fine degli anni Sessanta, in Italia vige la legislazione fascista che punisce l’aborto con il carcere. La voce che ci guida attraverso queste pagine è quella di una ragazza smarrita ma già agguerrita, che diventa donna lottando assieme ad altre donne, alcune madri, altre figlie, tutte sorelle.